Cenni storici su Paradiso
Ottantasei “anime” nel 1600, settanta bambini fra i tre e i cinque anni nel 1912, la filanda, il turismo, l’ambiente bucolico illustrato nelle vecchie stampe, il frenetico vivere d’oggi: tenendo conto anche di pochi parametri è cosa ardua sintetizzare la storia di Paradiso. Intanto Paradiso è Paradiso solo da 1929. Prima si chiamava Calprino.
Alla luce dei fatti si ha l’impressione che si sia voluto cancellare con un tratto di spugna tutto un passato per rinascere, nome compreso, in una nuova realtà. In effetti, il comune, o meglio la sua vita, cambia di botto a cavallo del nuovo secolo. E qui val la pena di andarci piano e di gettare uno sguardo in una realtà che travalica i confini, peraltro ristretti, della vecchia Calprino.
Fino a oltre metà Ottocento il Luganese era per così dire emarginato dai traffici nord-sud. Calprino, all’estrema periferia di Lugano, languiva in una realtà, oggi definita idilliaca, ma certamente poco piacevole. Non esisteva un nucleo omogeneo: la popolazione viveva in fattorie distanti centinaia di metri una dall’altra e dei miseri proventi della pesca, di quella poca agricoltura permessa ad una zona poco soleggiata nei periodi invernali, e dei proventi dell’industria, se così si può chiamare, della produzione della seta. Nei più vecchi documenti conservati negli archivi comunali si legge infatti di serie diatribe sui diritti spettanti alle famiglie per lo sfruttamento delle piante di gelso, nutrimento indispensabile al baco da seta. Si hanno poi notizie, relativamente recenti, sulla filanda, che sorgeva dove trova posto ora l’albergo Du Lac. Ma come detto la realtà muta d’improvviso, con una popolazione singolarmente pronta ad affrontarla anche se gli stimoli calano più che tutto dal nord. Nel 1882 si inaugura la “Gotthardbahn” che apre la via ai traffici intensi. Nel 1890 termina la costruzione della funicolare del San Salvatore e con essa il collegamento a mezzo tram elettrico, col centro città.
Logico quindi abbandonare gli orti, i frutteti, i bachi da seta, le zappe, le fatiche ed i rischi dell’agricoltura per scoprire una nuova realtà: il turismo, favorito da clima mite, da decine di ettari di cielo terso, da un golfo che richiama, pur in miniatura quello di Rio de Janeiro, con un San Salvatore a far le veci di quel “Pan de Sucro” che, guarda caso, ospita sulla sua vetta la immensa statua del “Salvatore”. E qui è tutto un fermento: ci si deve sbrigare per far fronte alle nuove, inaspettate esigenze. Nel 1889 si costruisce la casa comunale, ampliata poi nel 1901, che ospita la prima scuola. Nel 1904 si erige poi l’attuale palazzo scolastico, ancora validissimo e le scuole traslocano lasciando la vecchia costruzione solo ad uso amministrativo. Nel 1908 si realizza l’acquedotto che trasporta acqua potabile da Sonvico a Calprino, impianto tuttora efficiente. Sempre nel 1908 si inaugura l’impianto di produzione del gas, tanto prezioso allora e la cui attività venne a cessare nel 1941 per carenza di carbone. Si costruiscono alberghi, si creano strade, fognature, insomma tutto un fermento che cambia volto al comune. Poi la crisi mondiale: e tutto si ferma fino a metà degli anni ’50.
La rinascita è più sofferta, ma è pur sempre una rinascita. Si comincia a costruire, si sistema il lungolago, e agli albori degli anni ’60 si affronta la nuova realtà. è la volta della costruzione della casa materna, della palestra, del nuovo acquedotto, dell’ampliamento del palazzo scolastico, dell’acquisto di terreni, della realizzazione della piscina. Le costruzioni che una sessantina di anni prima hanno costituito un nuovo nucleo nella parte bassa del comune lasciano spazio ai palazzi.
Nasce l’autostrada che porta nuovi impulsi e trascina con se nuovi problemi: la popolazione aumenta vertiginosamente e poi la storia è talmente recente che non val la pena di continuare. Val la pena però di chiedersi se Paradiso ha ancora una precisa identità. Siamo ottimisti e diciamo di sì. II comune non è più “Paese”, ha aperto i suoi orizzonti e non poteva che essere così. Un ripensamento è però d’obbligo: la partecipazione alla vita pubblica non è più attiva come nel passato. Ci auguriamo che questo sito Internet possa stimolare tutti ad aprire un discorso costruttivo, impegnato. II Comune ne trarrà certo un grosso beneficio.